Questo lavoro di Claudia de Biase e Salvatore Losco sull’abusivismo edilizio non si limita alla denuncia del fenomeno ma ne traccia le tappe della storia recente anche in relazione alle tre Leggi sul condono; ne studia le forme, propone interessanti metodi di classificazione, discute le modalità storiche e di prospettiva del recupero e della riqualificazione, dai c.d. “programmi complessi” alle possibilità che potrebbero cogliersi attraverso i fondi del PNRR.
L’abusivismo è uno dei tanti indicatori del dualismo centro/nord-sud, misurabile attraverso una divaricazione che, dopo la fase del c.d. intervento straordinario, continua a crescere ormai da anni sotto lo sguardo inerte di uno Stato formalmente unitario da oltre centosessant’anni e che tale resta solo nell’impianto costituzionale. Non è un caso che si “abusa” proprio nelle regioni nelle quali è radicata la malavita organizzata nelle sue varie declinazioni: il Mezzogiorno tirrenico e in minor misura quello adriatico sono titolari del triste primato di una produzione edilizia invasiva che assume spesso dimensioni di veri e propri quartieri o di “ecomostri”. Ad un primo sguardo non si spiega il bisogno compulsivo di sempre nuove case (lasciamo l’incombenza ai sociologi e forse anche agli antropologi), ma è un fatto che il fenomeno è diffuso proprio nei territori nei quali lo stato è tradizionalmente lontano ed è sostituito da efficienti forme di antistato. L’edificazione “spontanea” è un vero e proprio fenomeno di costume; nelle aree di diffusione di questa pratica, anche durante la legittima redazione del piano urbanistico generale i progettisti avvertono la pressione verso un’edificabilità indiscriminata, che tende ad ampliare oltre misura le c.d. “zone di completamento” e “di espansione”, mentre nelle regioni con una più solida educazione civica la cittadinanza collabora sui temi della salvaguardia ambientale, delle aree verdi naturali e agricole, dei servizi pubblici, del contrasto ai sempre più minacciosi fenomeni coi quali si manifesta il cambiamento climatico. L’abusivismo, che viene correttamente distinto dagli Autori in edilizio e urbanistico in funzione della portata del fenomeno, della sua dispersione o concentrazione, può riguardarsi sotto due principali aspetti: il primo è quello giuridico-legislativo; il secondo è quello spazio-ambientale.