Introduzione
Perché studiare uno strumento musicale? Come insegnare uno strumento cercando di stimolare la curiosità? Come appassionare un giovane studente allo studio della musica colta e perché farlo?
Il presente volume nasce da queste domande, riflessioni personali sulla didattica strumentale e da una raccolta di esperienze didattiche vissute in prima persona, che mi hanno fatto maturare la necessità di aprire un discorso intorno al metodo, e quindi a interrogarmi sulle valenze metodologiche ricevute come allievo e adottate in qualità di docente. Non voglio accodarmi al coro dei mal parlanti della qualità dell’insegnamento musicale e strumentale in Italia, anzi, vorrei dare il mio contributo sperimentando in prima persona soluzioni alternative adatte a interpretare le esigenze dei nuovi studenti.
Voglio soffermarmi sulle difficoltà che i nuovi docenti devono affrontare, in quanto, chiamati a comprendere un cambiamento epocale cha ha stravolto il rapporto tra giovani allievi e la loro percezione dello studio della musica. I cambiamenti sociali spingono il docente a progettare una didattica diversa da quella che ha conosciuto in qualità di allievo, sembra strano ma è così. Tutti noi docenti siamo chiamati a sperimentare e scoprire in modo empirico nuove soluzioni didattiche, diverse e lontane da ciò che abbiamo appreso in qualità di studenti. Abbiamo bisogno di: scoprire strumenti nuovi, acquisire conoscenze e di sperimentazione, ovviamente senza dimenticare di attingere dal passato con gran rispetto, ed essere capaci allo stesso tempo di progettare scenari di apprendimento totalmente nuovi.
La prima parte del libro si sofferma sulla terminologia usata in ambito educativo e sull’essenza concettuale di tali termini. Cosa sono la pedagogia musicale, la didattica e il concetto di metodo e le differenze con le opere didattiche, tutto finalizzato all’arricchimento culturale del nuovo docente, consapevole e preparato a rispondere alle esigenze dell’allievo.
La seconda parte, dopo un’analisi dei cambiamenti sociali, affronta un discorso metodologico generale sull’insegnamento strumentale, un’analisi sulla lezione di strumento tradizionale e propone 7 nuove metodologie attive, in risposta a quesiti come: quali sono le condotte più efficaci dell’educatore; come catturare l’attenzione degli alunni; come integrare fra loro i diversi campi della disciplina etc.
La terza parte entra nello specifico della metodologia dell’insegnamento strumentale applicata al violoncello. Si affronta il concetto di tecnica specifica, le tecniche di rilassamento, lo sviluppo della memoria, della lettura e l’improvvisazione creativa fino a giungere alla creazione di un personale metodo di studio.
La quarta parte, infine, espone le modalità operative di una lezione di violoncello, affrontando le problematiche inerenti: l’approccio con lo strumento, il sedersi correttamente, le tecniche di rilassamento, l’impostazione della mano destra e della mano sinistra, lo studio delle posizioni e dei vari colpi d’arco e, per concludere, una panoramica sulle tecniche di esecuzione contemporanea.
