Da oltre mezzo secolo lo studio e la pianificazione del traffico e della mobilità riconoscono ai caratteri degli insediamenti un ruolo determinante nella generazione di spostamenti.
Non più letto come semplice rapporto tra flusso e capacità, il traffico è considerato come esito della necessità di spostarsi da un luogo all’altro per raggiungere le sedi delle attività che si intendono svolgere.
Ne consegue che insediamenti strutturati e organizzati in modo diverso determineranno spostamenti diversi. Numerose sono le assunzioni e le credenze in proposito, tra cui ad esempio l’idea che insediamenti ad alta densità e con usi del suolo misti determinino variazioni nella domanda di mobilità, riducendo gli spostamenti in automobile ed aumentando gli spostamenti a piedi e in bicicletta
La ricca letteratura quantitativa sul tema attesta tuttavia l’infondatezza di questo tipo di assunzioni, lasciando trasparire la complessità del fenomeno. Considerazioni intuitive a riguardo si rivelano così tutt’altro che fondate, sollevando questioni e problematiche di ampia portata.
L’idea della necessità di una maggiore relazione tra i trasporti e gli usi del suolo, ormai riconosciuta tanto in ambito accademico quanto nell’opinione comune, è infatti fondata su queste considerazioni.
Comprendere il fenomeno che lega i caratteri degli insediamenti e la domanda di mobilità è dunque un requisito imprescindibile per una buona pianificazione, sia essa della città o della mobilità, nell’ipotesi che entrambe siano volte al miglioramento della qualità della vita.
Complice il prevalere dell’attenzione su questi temi nell’ambito dell’ingegneria dei trasporti, l’approccio al tema è spesso fortemente settoriale e tecnocratico, caratterizzato inoltre da una forte resistenza al cambiamento. Quest’ultima, nonché la deliberata assunzione di una prospettiva a stretto raggio sul tema, è motivata dalla necessità di sviluppare descrizioni analitiche (mediante formule algebriche) della realtà, inseribili in modelli matematici di simulazione che costituiscono i principali strumenti di supporto alla decisione nella pianificazione della mobilità.
Prospettive più ampie o teorie più vicine alla realtà ma meno facilmente traducibili in formule matematiche riscuotono poco successo, mentre permane l’adozione di teorie e assunzioni la cui distanza dalla realtà è ormai diffusamente riconosciuta.
Dall’analisi dei tentativi di concettualizzazione del fenomeno emergono tuttavia tracce di un’evoluzione della riflessione teorica, che attestano una crescente attenzione sui processi cognitivi e decisionali, nonché l’allargamento del contesto in cui viene collocata la mobilità. A ciò si lega l’effettiva difficoltà, se non impossibilità, di rappresentazione schematica di questo complesso fenomeno, il cui studio è – e deve essere – multidisciplinare.
Nel riconoscimento di questa caratteristica, e della relativa inadeguatezza di approcci rigidamente settoriali o settorialmente integrati, è necessario saper leggere il fenomeno da più punti di vista. In questa prospettiva, il volume offre un inquadramento del tema con particolare attenzione alla riflessione teorica, colmando un vuoto che interessa tanto la letteratura internazionale quanto, se non soprattutto, la letteratura e la manualistica italiana sul tema.